
La storia che pochi conoscono sulla nascita dei Tarocchi e che non puoi non sapere…
La storia dei Tarocchi è molto antica e l’origine di questa arte è piena di fascino.
Le fonti storiche ufficiali fanno risalire queste lame al Periodo Rinascimentale ma esistono all’interno dei codici contenuti nei disegni dei Tarocchi Marsigliesi numerosi indizi che inducono alcuni studiosi a far pensare a una loro provenienza dalla iconografia egizia. All’interno del mazzo marsigliese sono presenti infatti numerosi riferimenti alle divinità egizie.
Sempre nei disegni dello stesso mazzo si possono individuare anche codifiche gnostiche e massoniche che fanno pensare a una sovrapposizione di conoscenze mistiche celate e codificate attraverso linee, disegni e colori.
In questo articolo ti parlerò della versione ufficialmente riconosciuta della storia dei Tarocchi.

Nascita dei Tarocchi
Siamo nell’Italia Settentrionale del XV secolo e inizia a diffondersi interesse per le carte, gioco probabilmente introdotto dai Mamelucchi egiziani in Europa.
La data riconosciuta come ufficiale per la nascita dei Tarocchi è il 1440, anno in cui Filippo Maria Visconti, duca di Milano, commissionò un mazzo di carte raffiguranti 16 divinità del pantheon greco, per la nascita della figlia Bianca Maria Visconti. Sempre in quegli anni vennero creati molti altri mazzi, detti appunto Visconti-Sforza, tutti risalenti al XV secolo, che sono di grande interesse storico artistico per l’accuratezza, la bellezza e la preziosità della loro fattura. In alcuni casi, all’interno delle figure, sono ritratti proprio i membri delle famiglie Visconti e Sforza, a sottolineare il legame esistente tra queste due dinastie.
Risalenti a questo periodo sono da ricordare principalmente tre mazzi, i Tarocchi del Mantegna, le Minchiate e il Tarocchino Bolognese.
- I Tarocchi del Mantegna sono stati per secoli attribuiti ad Andrea Mantegna. In realtà questo mazzo è stato realizzato da artisti anonimi della scuola ferrarese. Al suo interno sono sviluppati principalmente cinque temi, Apollo e le Muse, le condizioni dell’uomo, le arti liberali, i principi cosmici e le virtù cristiane.
- Le Minchiate è un mazzo molto particolare, originario di Firenze, apparso intorno al 1526. Il nome fa chiaramente riferimento al membro maschile ed è un invito a prendere la vita con più leggerezza. Era composto da novantasette carte, le prime trentacinque sono chiamate Papi, a cui seguono le Arie (la Stella, la Luna, il Sole, Il Mondo) e infine il Giudizio, detto Le Trombe. I semi del mazzo sono quattro, Denari, Coppe, Bastoni e Spade. Gli Onori sono rappresentati da Centauri. All’interno del mazzo non sono presenti il Papa e la Papessa ma vi sono le carte del Granduca, delle quattro Virtù Cardinali, delle tre Virtù Teologali, dei quattro elementi e dei dodici segni Zodiacali.
- Il Tarocchino Bolognese fu inventato, secondo la leggenda, da un nobile che si rifugiò presso la corte bolognese dei Bentivogli all’inizio del XV secolo. Il mazzo inizialmente risultava formato da 78 carte che poi si ridussero a 62. Le carte del mazzo erano divise in 5 Pali. Un Palo era composto da 22 carte, dette Trionfi e da quattro Pali, chiamati Semi, ciascuno formato da 10 carte. I Trionfi erano formati da 21 Numeri e da una carta della Il Matto.

Il gioco dei Tarocchi si diffonde presto tra le corti rinascimentali, in particolare durante il periodo tra il 1440 e il 1500. Particolare testimonianza di questo intrattenimento è l’affresco “i Giocatori di Tarocchi” presente in Casa Borromeo a Milano in cui sono raffigurati cinque nobili intenti a giocare a carte attorno ad un tavolo.
Negli anni seguenti, a partire dal 1500 fino a circa il 1650 il gioco dei Tarocchi diventa popolare anche nelle Taverne e tra la popolazione meno ricca. Mentre le carte utilizzate dai nobili sono dei veri e propri tesori e si sono mantenute nel tempo le carte utilizzate dal popolo sono stampate con matrici in legno su carta povera. Non ne possediamo alcuna copia proprio per la degradabilità del materiale utilizzato.
La Chiesa nei confronti del gioco dei Tarocchi in un primo momento si esprime positivamente, in quanto in molti mazzi sono raffigurate le Virtù Teologali e ci sono molti riferimenti religiosi. Successivamente, vista la diffusione del gioco anche come gioco d’azzardo nelle osterie, il Papa prende una posizione di distacco e ne condanna l’utilizzo.

Tarocchi di Marsiglia
A partire dal 1650 per circa un centinaio di anni si diffondono in Europa i Tarocchi di Marsiglia, che risultano prodotti (ma molto probabilmente non inventati) proprio nella omonima città a sud della Francia. Risultano molto particolari i loro disegni, chiari e iconografici, ricchi di simboli e significati intrinseci che porta questo mazzo a differenziarsi da molto dagli altri già presenti. I Tarocchi di Marsiglia sono formati da due parti distinte, gli Arcani maggiori e gli Arcani minori. Il primo gruppo è costituita da 21 carte numerate da I a XXI e da una carta, Il Matto, senza numero, per un totale di 22 figure, dette Arcani maggiori. La seconda parte è costituita dagli Arcani Minori ed è composta da 56 carte divise in 4 semi: coppe, denari, spade e bastoni. In ogni seme troviamo 10 carte “lisce”, dall’asso al 10 e 4 carte definite di “Corte”, il Re, la Regina e il Fante, la Regina, il Re e il Cavaliere.
Dalla regione di Marsiglia il modello iconografico realizzato in quella zona si diffonde nel sud-est della Francia, in Svizzera, nel Nord Italia e in Belgio.
È curioso notare come la produzione di questo mazzo sia stato influenzato dagli eventi storici che si sono man mano susseguiti. Durante il periodo del Protestantesimo, ad esempio, il Papa e la Papessa sono sostituiti con Giove e Giunone e durante la Rivoluzione Francese vengono aboliti le rappresentazioni del Re e della Regina.

Carte come strumento di divinazione
Scuola Francese
Antoin Court de Gabelin
Tra il 1650 e il 1750 le carte iniziano a essere studiate come strumento di divinazione dagli occultisti.
Gli studi di Antoine Court de Gabelin, un intellettuale interessato alla Mitologia Antica, diedero vita a una serie di associazioni interessate alle tematiche dell’occultismo.
Egli è un grande sostenitore della teoria dell’Età dell’Oro, periodo mitologico in cui tutte le arti e le scienze erano in mano agli dei. È l’autore di “il Mondo Primitivo, analisi e comparazione con il mondo moderno”.
Gabelin, esperto studioso della simbologia egizia, nel suo trattato assimila i Tarocchi ai Geroglifici Egiziani, sostenendo che entrambi si basano su un linguaggio simbolico molto simile. Egli afferma che i sacerdoti egizi abbiano nascosto la loro sapienza all’interno degli Arcani e che questi siano ciò che resta dei mitici Libri di Thot. I sacerdoti egizi, afferma lo studioso, avrebbero codificato i loro segreti nei disegni dei Tarocchi per poi affidarli agli zingari. Gli Arcani sarebbero infatti giunti in Europa proprio grazie a questa popolazione nomade.

Jean-Baptiste Alliette (Etteilla)
Jean-Baptiste Alliette (1738-1791) può essere considerato il primo celebre Tarologo a livello Europeo.
I suoi studi si fondano sulle teorie di Court de Gabelin. Egli crea il primo mazzo di Tarocchi esoterico e codifica un sistema di lettura tale da poter essere utilizzato da chiunque.
Pubblica un mazzo comprendente 22 Arcani Maggiori e 56 Arcani Minori con annesso il libro “le Livre de Thoth – Tarot d’Ettellia”. A ogni carta viene assegnato un segno zodiacale e uno dei quattro elementi.
Le Sibille
Sempre durante il 1700 prende piede la lettura di un altro mazzo di carte, non connesso con i Tarocchi ma ugualmente degno di nota, le Sibille. Il nome Sibilla significa Vergine dotata di straordinarie virtù profetiche. Questo mazzo è composto da 52 carte, ciascuna delle quali è una rappresentazione figurata di un significato divinatorio.
Non si può parlare delle Sibille senza citare Marie Lenormad, confidente dell’imperatrice Giuseppina di Beauharnais e dell’imperatore Napoleone Bonaparte, dal quale venne anche imprigionata per motivi politici. Non è ben chiara la capacità divinatoria di Lenormand ma questi mazzi di carte, pubblicati postumi, sono diventati strumenti di lettura famosi in tutto il mondo.
Ricordiamo a questo proposito proprio “La Sybille des Salons”,” le Grand Jeu de Societè de M.lle Lenormand” e il “Petit Lenormand”.
Le Sibille sono anche denominate le “carte chiacchierine” in quanto rispondono principalmente ai problemi amorosi e vengono spesso utilizzate per rispondere alle domande relative alle difficoltà quotidiane. Sono divise in quattro semi e ogni seme è collegato a una particolare qualità dell’essere umano e a determinati eventi.
Le carte appartenenti al seme di Cuori sono legate alla sfera sentimentale e ad eventi che si manifesteranno in primavera.
Le carte appartenenti al seme di Fiori sono legate all’ottimismo, alle novità e a eventi che si manifesteranno in estate.
Le carte appartenenti al seme di Quadri sono legate alla sfera delle finanze e ad eventi che si manifesteranno in autunno.
Le carte appartenenti al seme di Picche sono legate all’intelligenza, al coraggio e a eventi che si manifesteranno in inverno.

Eliphas Levi
Eliphas Levi (1810-1875) è l’autore del libro “Dogma e Rituel de la Haute Magie”.
Levi eleva discipline come l’Astrologia, la Cabala e all’Alchimia a vere e proprie scienze e fonda le cosiddette “scienze occulte”. Con lui si assiste, inoltre, ad un passo essenziale nella storia dei Tarocchi. A loro, infatti, viene data così tanta importanza da considerarli fulcro e connessione tra tutte le discipline.

Gerard Encausse
Gerard Encausse (1865-1916) è l’autore del libro “I Tarocchi degli Zingari, il libro più antico del mondo”.
In esso Encausse esplicita tutto il suo pensiero riguardo ai Tarocchi e in particolare li descrive come la “Bibbia delle Bibbie”.
Egli riprende il pensiero di Antoin Court de Gabelin, sostenendo come la saggezza dei Tarocchi sia stata tramandata dagli Zingari.
Inoltre assimila i 22 Arcani Maggiori alle 22 Lettere Ebraiche, arricchendo così il significato simbolico di ciascun Arcano Maggiore.

Oswald Wirth
Oswald Wirth (1860-1943) è un esoterista, un artista e uno scrittore svizzero.
Grande conoscitore della Cabala e dei Tarocchi approfondisce lo studio del simbolismo e crea un mazzo di Tarocchi esoterico costituito solamente dai ventidue Arcani Maggiori. Il mazzo che crea accompagna “Le Tarot de Bohemians” di Levi. Il suo intento è quello di riportare i 22 Arcani dei Tarocchi alla loro iniziale purezza simbolica.
Nel realizzare i suoi tarocchi, conosciuti come “Arcanes du Tarot Kabbalistique” parte dai disegni contenuti nei Tarocchi di Marsiglia, variandone l’aspetto grafico e introducendo simboli esoterici all’interno delle lame. È inoltre autore di molti libri, scritti in francese, relativi alla Massoneria.

Arthur Edward Waite
Arthur Edward Waite (1857 – 1942) è un mistico ed esoterista, studioso di alchimia, proveniente dagli Stati Uniti e vissuto in Inghilterra.
Con l’illustratrice Pamela Colman Smith, appartenente all’Ordine del Golden Dawn, crea il mazzo di Tarocchi noto come Rider-Waite. Stampate nell’anno 1909, queste carte sono diventate molto popolari in tutto il mondo anglosassone e sono pubblicate ad accompagnamento del libro “The Key of the Tarot”. Il mazzo Rider-Waite è molto popolare perché, dopo molti secoli, è stato il primo a vedere illustrate tutte le 78 carte e non solo gli Arcani Maggiori. Molte delle illustrazioni prodotte sono ispirate ai disegni contenuti nei Tarocchi Sola-Busca, realizzati nel nord Italia nel 1491.

Alesteir Crowley
Aleister Crowley (1875 – 1947), pseudonimo di Edward Alexander Crowley, è un mistico esoterista, studioso di alchimia. Il 1898 lo vede unirsi all’Ordine del Golden Dawn e a trascorrere un periodo molto importante per la sua formazione in Egitto.
Realizza con Freida Harris, pittrice surrealista, un mazzo di Tarocchi con l’intenzione di integrare in un’unica opera Magia, Cabala, Scienza, Matematica, Filosofia e Antropologia. Il mazzo è completato nel 1942 ed è accompagnato dal “il Libro di Thoth” scritto da Crowley sotto lo pseudonimo di Master Theiron.
I Tarocchi oggi
Ai giorni nostri la lettura dei Tarocchi rimane una delle forme più conosciute, attraverso la quale l’Uomo si collega alla propria Anima per avere risposte precise riguardo alla propria evoluzione e alla propria missione di vita.
A questo proposito ricordiamo Alejandro Jodorowsky, drammaturgo, scrittore e attore cileno che ha introdotto, con il suo libro, “la via dei Tarocchi” il concetto di Tarologia che vede proprio nei Tarocchi un aiuto per l’evoluzione personale della persona.
Con la lettura di questo articolo hai ora un quadro più completo relativo ai Tarocchi e alla loro origine. Possiamo dire che esiste un filo rosso che accomuna la ricerca della creazione dei diversi mazzi di carte e questo è proprio il legame che esiste tra i Tarocchi e il viaggio che ognuno di noi è chiamato a compiere per raggiungere la consapevolezza di sè.

Andiamo ora ad analizzare nello specifico la carta dal Matto.
A livello di rappresentazione il personaggio rappresentato delinea sicuramente una persona un po’ bizzarra, particolare, piena di inventiva e di forza vitale, che è necessario incanalare perché possa essere direzionata verso atteggiamenti propositivi e costruttivi. Il Matto, nel suo vestiario, ricorda anche il giullare medioevale e come questo può portare allegria e verità nella vita del consultante.
Per comprendere con maggiore precisione la lama e andare a un livello di conoscenza e interpretazione più profondo è importante tener conto anche dei codici segreti, dei simboli contenuti nella lama e che se compresi e decodificati possono integrare significati inaspettati.
Questi simboli presenti all’interno dei Tarocchi spesso derivano da una codifica egizia, dalla simbologia gnostica e massonica. Per quanto riguarda la connessione con il mondo dell’Antico Egitto in particolare, all’interno di alcune carte, ritroviamo simbologie che rimandano con estrema precisione a determinate divinità. Solitamente questi rinvii avvengono attraverso la presenza di due elementi che vanno ad accostarsi tra di loro e a formare così un rimando molto preciso.
della simultaneità di due fenomeni”.Nella carta del Matto troviamo due simboli molto evidenti, l’uomo e il cane e questi insieme rimandano alla divinità di Anubi, il signore dei Morti.
Nel mito di Osiride Anubi ha il compito di aiutare Iside durante l’imbalsamazione del compagno Osiride e di conservarne gli organi. A seguito di questo mito Anubi veniva identificato proprio come il patrono degli imbalsamatori, gli addetti alla mummificazione dei corpi nell’Antico Egitto. Questo era un compito molto delicato e importante, essendo che era proprio l’integrità del corpo che garantiva il proseguimento della vita nell’Aldilà.
Anubi aveva inoltre un altro importante compito, quello di far transitare l’anima dal regno dei vivi al regno dei morti. In alcuni papiri o bassorilievi il dio viene proprio rappresentato accanto al defunto nel momento in cui è ottemperato il rito della psicostasia, della pesatura dell’anima da parte di Maat.
Dall’analisi di tutti questi elementi possiamo affermare che, a livello archetipale, la carta del Matto rimanda al viaggio nel regno dei morti.

Ad avvallare questa ipotesi entra in gioco anche il nome. La carta del Matto nei Tarocchi marsigliesi è detta “LE MAT”. In lingua francese, tuttavia, la traduzione “Matto” non corrisponde a “Mat” ma a “Fou”, folle. “Mat”deriva probabilmente dalla lingua iraniana e in particolare dalla radice Mat. Il termine utilizzato nel mondo degli scacchi, “scacco matto”, deriva proprio dalla frase iraniana “Shah MAt” che ha il significato di “il re è morto”. La radice “mat” connessa all’idea di uccisione e morte è presente anche nella derivazione spagnola di “matar”, uccidere e nel termine italiano “mattatoio”.
Possiamo quindi affermare che la carta del Matto contiene in sé il significato di Morte e integrare nell’interpretazione di questa lama altri significati.
Principalmente si trattta di una morte intesa in senso metaforico.
Il “Matto” mi porta a lasciar andare una o più parti di me che non sento più congeniali al mio modo di vivere o di essere a livello attuale. Spesso per arrivare a una realizzazione personale e spirituale è necessario lasciare andare vecchi concetti, paure e modi di essere che hanno avuto sicuramente un ruolo di protezione in passato ma che non risuonano più con il nuovo modo di essere e ne ostacolano la sua espressione.
Il Matto tende a una realizzazione nella dimensione spirituale. I suoi occhi sono puntati verso il cielo, verso il Mondo.
A livello archetipale questa lama ci parla del non accontentarsi più del vivere a livello materiale, ci comunica il desiderio di conoscere le dimensioni più sottili dell’essere e del lasciarsi trasformare.
L’Arcano del Matto, nel significato di Morte, rappresenta quindi il passaggio ad un livello di consapevolezza diverso, a una trasformazione che può avvenire solo attraverso il lasciare andare vecchi blocchi emotivi ed energetici che ancora impediscono la completa espressione del Sé.
Possiamo affermare inoltre che il Matto possa essere visto, a livello archetipale, come la personificazione della tua guida interiore.
L’energia del Matto ti porta a non avere più attaccamenti nei confronti della vita, ti guida a sperimentare il senso di divina presenza in ogni momento e a smettere di giudicarti per gli errori commessi in passato comprendendo che tutto è sperimentazione e crescita. L’Arcano 13 porta un’energia più dirompente, più severa, più definitiva.
Con il Matto si possono lasciare andare i propri condizionamenti con autoironia e con leggerezza.
Anche il fatto che la carta non abbia il numero rimanda al suo essere così speciale.
Il Matto è l’iniziato, è colui che muore a se stesso per intraprendere il viaggio alla ricerca del Santo Graal.
In questo percorso può portare con sé solamente un piccolo fagotto, le esperienze che ha fatto nella sua vita e che sono per lui nutrimento e sostegno. È importante saper selezionare ciò che è importante da ciò che non lo è e portare con sé, nel viaggio della vita, solo le esperienze realmente importanti per il proprio sviluppo interiore.